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Quartiere Kalsa Palermo: cosa significa e cosa vedere

Dove andare, cosa vedere e cosa mangiare alla Kalsa di Palermo.

Nel cuore del quartiere Kalsa Palermo una rinascita palpabile si manifesta attraverso la recente apertura di laboratori e atelier, trasformando le strade in un crogiolo di creatività. Le piazze, una volta trascurate, ora risplendono di nuova vitalità grazie alla loro pulizia e alla presenza di accoglienti panche e tavolini. Un gruppo di appassionati artigiani ha deciso di investire interamente nel quartiere, infondendogli un’anima vibrante e pulsante. Il quartiere Kalsa Palermo, dunque, si anima di vita, diventando un luogo ricco di stimoli e di opportunità per i suoi abitanti e i visitatori.

Dove si trova il quartiere Kalsa Palermo

La rinascita del quartiere Kalsa Palermo

Arte, artigianato e cultura sono i pilastri su cui si erige il desiderio di instaurare un profondo dialogo tra un territorio e la sua comunità. Questo miracolo avviene nel cuore di Palermo, nella Kalsa, un quartiere che, dopo un periodo di declino, ha ritrovato la propria identità. La sua storia è un trionfo che riscatta una porzione di mondo al rischio dell’oblio. Protagonisti di questa rinascita sono uomini e donne che hanno trasformato il loro lavoro manuale in un vero e proprio laboratorio vivente, conferendo al quartiere un’energia effervescente.

Il quartiere Kalsa Palermo si affaccia sul mare a est e si distingue per la sua eleganza a ovest, tra piazza Pretoria e i sontuosi palazzi di via Maqueda. È un intreccio di vicoli e stradine che si aprono su suggestive piazze adornate da chiese secolari, teatri storici e palazzi nobiliari.

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Quartiere Kalsa Palermo

In questo labirinto centrale si avverte un’atmosfera di trasformazione, di rinascita, che però conserva intatta l’anima autentica del quartiere. Il vociare dei venditori ambulanti, le tende dai colori vivaci che adornano le facciate logore di alcune abitazioni e le iconiche “ape car” dalla vernice sbiadita, testimonianze tangibili di una tradizione che si fonde con il cambiamento.

Arte e musei al quartiere Kalsa Palermo

Nel contesto della ristrutturazione urbana, antichi palazzi che un tempo ospitavano l’aristocrazia cittadina stanno vivendo una trasformazione significativa, diventando fulcri espositivi di grande rilevanza. Tra questi spiccano esempi come Abatellis, Chiaramonte-Steri e Palazzo Butera, quest’ultimo ora sotto la custodia del collezionista d’arte Massimo Valsecchi.

Grazie a un restauro accurato e attento, questi edifici sono stati riadattati in modo innovativo, trasformandosi in musei dalle concezioni moderne. Oltre ad ospitare collezioni d’arte preziose, questi spazi fungono da centri di ricerca internazionale, offrono residenze agli artisti e promuovono moduli di formazione avanzata, contribuendo così a rinvigorire il panorama culturale della città.

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Quartiere Kalsa Palermo: murales

Palazzo Butera, il complesso monumentale della Kalsa

Nel cuore dell’antico quartiere della Kalsa, nella suggestiva via Butera, sorge il maestoso Palazzo Butera, una vera e propria reggia che porta con sé secoli di storia. Questa imponente dimora, risalente agli inizi del Seicento, fu inizialmente costruita per ospitare la famiglia degli Imperatore, una casata di illustri patrizi, senatori e uomini di governo. La sua architettura imponente e i suoi sontuosi interni raccontano di un passato di splendore e prestigio, conferendo al quartiere un’aura di nobiltà e grandezza che perdura ancora oggi.

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Quartiere Kalsa Palermo: Palazzo Butera oggi

Storia del Palazzo Butera

Questa antica dimora, originariamente situata lungo la strada Colonna, venne acquistata nel 1692 da Girolamo Branciforte, marchese di Martini, e rappresenta il nucleo fondamentale da cui si sviluppò Palazzo Butera. Inizialmente, la struttura non possedeva l’imponenza di un palazzo nobiliare, ma si presentava come un insieme disomogeneo di abitazioni, confinanti con le proprietà dei duchi di Santa Lucia, anch’essi della famiglia Branciforte, una delle casate più illustri del Regno.

Fu solo dopo il matrimonio, nel 1718, tra Ercole Michele Branciforte e Gravina, figlio di Girolamo, e donna Caterina Branciforte e Ventimiglia, figlia di don Nicolò Placido, principe di Butera e duca di Santa Lucia, che i due complessi residenziali contigui furono uniti, diventando così la residenza ufficiale dei principi di Butera. Il principe Ercole Michele incaricò l’architetto crocifero Giacomo Amato di ampliare e ristrutturare il palazzo, ma purtroppo il progetto non fu completato: la morte prematura dell’architetto nel 1732 interruppe i lavori.

Tuttavia, già nel 1735, il palazzo aveva assunto l’aspetto sostanzialmente simile a quello attuale, almeno per quanto riguarda la maestosa facciata rivolta verso il mare.

Servizio traghetti a cura di Traghettilines

 

L’architettura di Palazzo Butera

Attraverso l’elegante scalone in marmo rosso di Trapani si accede al piano nobile, dove si apre la sontuosa grande sala, cuore pulsante della dimora e luogo sacro alla celebrazione del casato Branciforte, nonché un ambiente di straordinaria rappresentanza. Al centro del soffitto, dominante, campeggia lo stemma araldico della famiglia, opera attribuita al pittore Gioacchino Martorana, che raffigura il leone rampante con vessillo e due zampe mozzate, simboli distintivi dei Branciforte.

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Quartiere Kalsa Palermo: Palazzo Butera oggi

Le pareti della sala sono adornate dai ritratti degli antenati della famiglia, testimoni muti del glorioso passato e dell’orgoglio aristocratico che permeava l’ambiente. Sui sovrapporta delle finestre sono dipinte le vedute dei numerosi feudi appartenenti al principe di Butera, un affascinante affresco che narra la vastità e la potenza del dominio dei Branciforte.

Proseguendo oltre, si accede alla spettacolare “enfilade” di salotti e saloni che si affacciano sul grande terrazzo a mare. Di particolare bellezza è il salone che, nel secolo scorso, era destinato a sala da pranzo, la cui magnificenza si riflette ancora oggi negli affreschi e nelle decorazioni sontuose che lo adornano.

Dai documenti storici reperiti emergono diverse fasi di ristrutturazione degli interni, con numerose maestranze e artigiani coinvolti nelle opere. Tra queste fasi, spicca il periodo compreso tra il 1728 e il 1741, quando l’architetto Ferdinando Fuga supervisionò la realizzazione dei fastosi addobbi del “nuovo camerone”. Durante questa fase, sotto la direzione dell’ingegnere Giuseppe Li Gotti, vennero realizzate opere decorative di straordinaria bellezza, affidate ai pittori Olivio Sozzi e Pietro Martorana, in collaborazione con una vasta schiera di indoratori, intagliatori e carpentieri. Sebbene le opere decorative siano state prodotte senza risparmiare spese, purtroppo non sembra sia rimasta traccia di esse fino ai giorni nostri.

Palazzo Butera oggi

Quartiere Kalsa Palermo: Palazzo Butera
Quartiere Kalsa Palermo: Palazzo Butera oggi

Con la morte di Stefania Branciforte, ultima principessa di Butera, titoli e feudi passarono per via ereditaria ai Lanza, principi di Trabia e duchi di Camastra.

Gli ultimi abitanti del Palazzo, che hanno vissuto l’epoca degli splendori della “belle Époque” fino agli anni della Seconda Guerra Mondiale, sono stati il principe Pietro Lanza Galletti e sua moglie Giulia Florio d’Ondes, figlia di Ignazio, generosa benefattrice dei bisognosi del quartiere della Kalsa. Sebbene la loro vita mondana sia divenuta leggendaria, rimane nella memoria il dolore per la perdita dei loro due figli, Ignazio e Manfredi, caduti in guerra nel pieno della giovinezza.

Questo prestigioso palazzo, che un tempo fu proprietà dei Moncada, principi di Paternò, ha ospitato una vasta gamma di eventi. Mostre d’arte e di antiquariato, sfilate di moda, congressi e ricevimenti hanno trovato qui un’elegante e prestigiosa cornice nei suoi splendidi saloni.

Oggi il Palazzo è stato acquisito dal collezionista e gallerista Massimo Valsecchi, che lo sta trasformando in un museo d’arte classica e moderna, destinato ad ospitare mostre e collezioni. I lavori di restauro sono iniziati nel gennaio 2016.

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Quartiere Kalsa Palermo: Palazzo Butera oggi

Nella sua illustre storia, questa magnifica dimora ha accolto numerosi personaggi di spicco e teste coronate, tra cui il Kaiser di Prussia Guglielmo II, l’Imperatrice dei francesi Eugenia, i reali d’Inghilterra Edoardo VII e la consorte Alessandra, i Borbone di Sicilia, i Savoia, i reali di Grecia e molti altri principi e capi di stato. Una parte del palazzo, originariamente appartenente all’ex Palazzo Benso e successivamente acquisita dalla Regione Sicilia, ospita attualmente gli uffici del Tribunale Amministrativo Regionale.

Orari, ticket e contatti di Palazzo Butera

> Orario apertura: da martedì alla domenica 10.00  – 19.00 con biglietto d’ingresso.

> Ingresso: Visita libera del Palazzo €. 10 (se acquisti online + €. 1,5). Residenti a Palermo, Gruppi fino a 15 persone, studenti universitari, Accademia di Belle Arti: €. 7,5 (+ €. 1,5).

> Sito web: Palazzobutera.it

> Telefono: 091 752 1754

Associazione Liberi Artigiani – Artisti Balarm (Alab)

Il quartiere Kalsa Palermo non è solo Palazzo Butera. Esistono, infatti, molte altre realtà fra cui Alab, l’Associazione Liberi Artigiani-Artisti Balarm, fondata nel 2010 da Pietro Muratore. Con quasi trecento membri e una rete di circa ottanta laboratori, questa associazione promuove un ambizioso progetto di riqualificazione urbana e di sviluppo della microeconomia locale.

Identificati da un simbolo distintivo, i loro laboratori sono disseminati tra le strade di via Paternostro, piazza Aragona e dintorni. Questi spazi sono animati da una miscela di culture trasversali che rinnovano il concetto di artigianato e tracciano un percorso urbano intriso di creatività.

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Quartiere Kalsa Palermo: murales di Falcone e Borsellino

Nel quartiere Kalsa Palermo sono nati e cresciuti i magistrati Falcone e Borsellino. Questo splendido murales è un omaggio alle loro vite e alla loro missione.

Un quartiere con un’anima

Attraverso l’iniziativa di Alab è stato possibile sollevare le saracinesche da tempo chiuse, trasformare piazza Aragona in una zona pedonale e riportarla al suo antico splendore. Recuperare anche i magazzini in disuso e infondere nuova vita a vie abbandonate. Questo sforzo ha innescato un circolo virtuoso, generando un dinamismo positivo che ha coinvolto attivamente la comunità e ha contribuito a rigenerare l’intero contesto urbano.

Lo sviluppo del quartiere Kalsa Palermo, con il suo focus sulle arti e i mestieri, si distingue nettamente dalla tendenza predominante in molti centri storici di altre città, dove dominano i grandi brand commerciali. I progetti che animano questo quartiere sono invece caratterizzati da un’indipendenza vibrante e da un’innovazione sostenibile, dove la visione supera l’importanza del denaro. Un esempio tangibile di questa filosofia è Ciatu (che in dialetto palermitano significa “respiro”, “forza vitale”), nato dall’unione di due anime e quattro mani.

Ciatu

Ciatu è il frutto dell’arte congiunta di Elena Gambino e Fabrizio Lisciandrello, non solo nel lavoro ma anche nella vita. “Creiamo borse, accessori e sandali completamente artigianali, dalla fase di taglio alle cuciture”, spiega Elena. “Utilizziamo esclusivamente pelli conciate al vegetale e altri materiali provenienti da processi di riciclo”. Elena, Fabrizio e gli artigiani che li circondano, tutti parte del circuito Alab, hanno contribuito attivamente alla trasformazione di piazza Aragona, adornandola con panche, tavolini e vasi di fiori di fronte ai loro atelier. Questo ambiente accogliente invita le persone a sedersi e scambiare qualche parola, creando così uno spazio di condivisione e connessione all’interno della comunità.


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Radici e influenze arabe del quartiere Kalsa Palermo

Radici profonde e influenze arabe permeano il tessuto stesso del quartiere Kalsa Palermo, che trae origine dalla dominazione islamica e dalla residenza dell’emiro in questa zona. Il suo nome, derivato dall’arabo “halisah” che significa eletta, ancora oggi evoca il ricordo di quel passato. Gli stilemi moreschi si fondono armoniosamente con le testimonianze medievali e barocche, creando un’incantevole miscela che è peculiare solo a Palermo.

Questa influenza si manifesta nella disposizione della città, con le sue strade tortuose, vicoli stretti e biforcazioni che richiamano l’urbanistica islamica. È presente nella toponomastica locale e si apprezza nelle architetture che fanno parte del percorso Arabo-Normanno Palermo, Monreale e Cefalù, dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Questo melting-pot culturale ha dato origine a capolavori architettonici nel capoluogo siciliano, come il Palazzo Reale o dei Normanni, la Cappella Palatina, la Cattedrale e la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, conosciuta come la “Martorana”. Qui, nei mosaici di impronta bizantina, si possono notare chiari richiami alla cultura arabo-normanna, testimoniando la ricchezza e la complessità di questa eredità storica.

Attività storiche a braccetto con il nuovo che avanza

Così ha preso il via il vivace passeggio nel quartiere, attrarre i turisti e dando vita a nuovi luoghi d’incontro e stimoli creativi, come Castigamatti Dischi e Bar (al numero 5), un locale che ospita concerti di musica live, cabaret e sessioni di racconti. Lungo via Paternostro, le icone storiche come l’Antica Focacceria San Francesco si mescolano con locali più giovani come Botteghe Colletti, che offre un’atmosfera Belle Époque all’interno di un’ex sartoria, dove vengono serviti eccellenti cocktail.

Edizioni Precarie: tutto è realizzato a mano

Affianco, spicca l’originale iniziativa di Carmela Dachille, architetto: Edizioni Precarie, un progetto che nasce dal recupero delle storie locali. Trasforma carte usate, precedentemente impiegate per avvolgere carne, frutta, formaggi e pesce, in fogli di carta per scrivere. “Tutto è realizzato a mano”, spiega Carmela. “Creo taccuini, quaderni e carte da lettera per conservare freschezza e autenticità nei pensieri, nelle idee e nei disegni”.

La frutta martorana

La chiesa, eretta nel 1143, fu sede di un monastero benedettino femminile fondato da Eloisa Martorana. Le monache di questo monastero sono celebrate per aver inventato uno dei dolci più iconici di Palermo: la frutta martorana. Questa prelibatezza è ancora preparata secondo la tradizione presso la pasticceria Costa, situata in via Maqueda. La frutta martorana ha l’aspetto di frutta fresca, mentre il suo gusto è caratterizzato da una delicata pasta di mandorle, regalando un’esperienza gustativa unica nel suo genere.

Orto Botanico al quartiere Kalsa Palermo

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Quartiere Kalsa Palermo: Orto Botanico

All’Orto Botanico, situato a soli dieci minuti da Palazzo Butera, la creatività abbraccia la sperimentazione. Oltre ai suggestivi viali di piante secolari, l’orto ospita un innovativo bookshop progettato dal duo di artisti californiani Fallen Fruit, con pareti decorate da motivi botanici, e il nuovo Talea Bistrot, uno spazio che celebra il biologico e la cultura, a pochi passi dal mare. Eppure, quel mare che avvolge Palermo con la sua presenza è spesso nascosto alla vista.

Dove mangiare nel quartiere Kalsa Palermo

Il quartiere Kalsa Palermo è rinomato per la sua eccezionale tradizione gastronomica, che abbraccia un’ampia varietà di delizie culinarie. Dalle prelibatezze dello street food più autentico ai piatti tipici della cucina tradizionale siciliana. Qui nella Kalsa, puoi veramente assaporare l’autentico cibo di strada palermitano.

Che tu voglia deliziarti con i freschi crudi di pesce o immergerti nell’irresistibile mondo dello street food, nella Kalsa trovi certamente quello che fa per te. Come ad esempio: panelle e crocchè, i panini con la meusa (fegato e polmoni), le stigghiole (interiora di agnello), lo sfincione, le arancine, i babbaluci (lumachine) e molto altro.

In questo articolo puoi trovare una selezione di locali, ristoranti, wine bar e friggitorie dove poter mangiare il vero street food palermitano alla Kalsa (al di fuori del classico circuito turistico).

Leggi: Cibo di strada palermitano, dove mangiare alla Kalsa.

Se sei appassionato della cucina tradizionale siciliana, puoi leggere: Specialità della Sicilia, maccu, stigghiole e altre 9.

Conclusioni

Attraverso le sue strette strade e le sue piazze storiche, il quartiere Kalsa Palermo offre un viaggio sensoriale unico, invitando i visitatori a immergersi nella ricchezza della sua storia, dei suoi sapori e delle sue atmosfere arabeggianti. Con la sua vivace scena gastronomica, le sue affascinanti testimonianze storiche e la sua autentica ospitalità, la Kalsa si conferma come un’indiscussa gemma della cultura siciliana, pronta ad incantare e sorprendere chiunque vi si avventuri.

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